Racconti

Nera fiaba d'autunno

«In un tempo lontano, in un mondo che fu, esisteva un luogo molto, molto malvagio...»

Il racconto fu interrotto da uno sbuffo annoiato di protesta.

«Uffa, mamma! Non sempre la solita favola di Eutopia...quella ormai la so a memoria...»

Yvonne sorrise davanti alla smorfia impertinente della piccola Lysbeth. Una monella di quasi sette anni, con grandi occhi intelligenti ed un viso sbarazzino, contornato da una nube tempestosa di riccioli ribelli. Castani come i suoi, capaci di assumere sfumature dorate sotto il sole estivo. Ora, però, era notte e fuori soffiava il vento dell'autunno. Foglie secche frusciavano contro il legno delle imposte. Nuvole si rincorrevano rapide nel cielo, sotto lo sguardo attento d'una luna fredda.

Era un tempo da spiriti e fantasmi. Da streghe e pipistrelli. Un tempo da storie oscure della buonanotte...

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Segreto di sangue

«Alwine! Lady Alwine!»

La voce della balia risuonò stridula lungo il corridoio della servitù. Sillabe secche, rapide come colpi di frusta. Le basse arcate del soffitto fornirono cassa di risonanza alla crescente irritazione della donna. La terzogenita di Stilth non era al davanzale del tombolo, nella sala della musica o nelle proprie stanze. L'aveva cercata ovunque, senza risultato. Quella peste se l'era filata un'altra volta, ecco la verità!

La dama sfiorò coi polpastrelli la linea dura della bocca, per poi salire a rassettarsi la crocchia di capelli grigi. Un gesto automatico, che non servì a calmarla. Dita e labbra continuarono a tremarle.

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L'Ultima Porta

Era partito con sette compagni ed era rimasto solo.

Uno a uno li aveva persi nella lunghissima discesa, un labirinto di cunicoli e passaggi capaci di sfidare la ragione. Era giunto là con immenso sforzo e ora attendeva immobile, in silenzio. Sottobraccio teneva un libro leggendario, davanti aveva una porta spaventosa. L’ultima. Lacrime gli rigavano le guance incavate.

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